Eppure da tutto ciò vorrei poterne scardinare un’unghia di senso.
Da quegli occhi freddi ed opachi di vetro
auscultare un calore che sento,
“Ma non è vicino al vero”, mi dico.
Da quest’apparenza di eleganza e silenzi che avvolge le vostre vesti di ostentato e puzzolente olezzo su una scena nel mondo di parole borghesi-d’amore camuffate-
estirpare un posto per me,
“Ma è tutto così falso”, mi dico.
Dal continuare a resistere qui senza mondo né patria né cuore
un filo rosso poter, nella matassa, a me tirare.
“Un senso”, mi dico,” Un senso da sapere”
“Una vita da giocare”
E non, nel gelo, imperterrita continuare a marciare.
La vetta distante intravedo nell’andare
un tacere di domande mi si impone
chè il cammino, altresì, potrebbe sovraccaricare
ed esausto me abbandonare.